Siamo miliardi nel mondo a dover regolare l’altezza dell’erba nei nostri cortili. Tra trattori tagliaerba, tosaerba, decespugliatori elettrici e a benzina, soffiatori e motoseghe per siepi e alberi, l’arsenale a disposizione è vasto. A parte gli agricoltori, professionisti della terra, che conoscono bene sia gli strumenti manuali come falci e seghe, sia quelli meccanici, per i privati è davvero necessario un equipaggiamento degno di un’armeria da Tex Willer?
Come spiegare allora quel fenomeno dei “trattoristi della domenica”, dotati di motori da migliaia di cavalli, che tosano poche piante e qualche ciuffo d’erba? Gareggiano con il vicino, facendo sfoggio del loro prato perfetto, che però i passanti nemmeno notano. La risposta è semplice: comodità, praticità, poco tempo e poca voglia di avvicinarsi alla natura. Certo, se la velocità è davvero necessaria, come in caso di urgenze, si capisce. Ma se non è così, qual è il motivo di questa pratica così diffusa? Se Mauro Corona leggesse questo, probabilmente, oltre a mettersi le mani nei capelli, direbbe: “Cari miei, questa moda della velocità compulsiva non è comodità, ma schiavitù umana che si sottomette stupidamente alla natura.”
E come dargli torto? L’erba cresce e un prato va curato. Eppure, la gara allo sfalcio si accende con la prima accensione del tosaerba. Ogni anno c’è sempre il primo che “vede” la primavera e inizia a tagliare, quasi a voler proclamare l’inizio della stagione. Che sia allergico o meno, qualcuno sarà sempre il primo. Ma per essere competitivi, serve competizione: e così si accendono tosaerba motorizzati e fiammanti, con annessa bandierina da luna park, innescando una sorta di codice segreto tra i “trattoristi del fai-da-te”.
Abbiamo scherzato, ma la natura richiede cura e costanza. La paura del giudizio altrui e la sensazione di essere sempre osservati spingono molti a un’attenzione continua, tentando di piegare i tempi naturali, lenti e delicati, a quelli frenetici della modernità.
Nel passato, durante l’epoca napoleonica, i contadini erano multati se falciavano o potavano fuori dai tempi delle lune giuste. Quelle leggi sono state abbandonate, ma forse dovremmo ripensarci per limitare la proliferazione di specie infestanti. Eppure, durante la pandemia, mentre tutti avevano più tempo, il “giardiniere della domenica” ha aumentato il taglio dell’erba, senza comprendere la natura, dividendo il tempo tra TV, cibo e il controllo ossessivo di ogni ciuffo d’erba.
Il risultato? Un frastuono assordante, spesso oltre i 100 decibel, senza cuffie antirumore, ore trascorse a respirare biossidi inquinanti sotto il sole o al calar della sera, tra zanzare e fastidi vari. Forse dovremmo chiederci se, dedicando così tanto tempo alla terra, non sia il caso di ascoltarla davvero.
La comodità ci ha fatto pensare che tutto si possa imparare dal web, ma osservare e lavorare rispettando la natura non è solo un gesto di cura, ma un insegnamento per le nuove generazioni. Per dirlo con parole semplici: saper affilare la lama di una falce o salire su un tosaerba non rende meno uomini, anzi, sviluppa muscoli e rispetto per il lavoro manuale, che dovrebbe convivere con la meccanica, non esserne sopraffatto.
Nel silenzio del lavoro manuale, la natura si fa sentire: si abbronza, si dimagrisce, si rafforzano i muscoli, la salute migliora e si trova tempo per riflettere, ascoltare e salutare un amico. Tutto ciò che si perde con il frastuono e l’inquinamento dei mezzi meccanici a motore a scoppio, che spengono anche la capacità di problem solving.
Se sapessimo che un piccolo tagliaerba a scoppio inquina quanto un camion, eppure spendiamo centinaia di euro in alimenti biologici coltivati a ridosso di prati falciati così, forse capiremo quanto sia delicato distinguere un alimento sano da uno inquinato. La natura restituisce all’uomo ciò che riceve.
Tagliare l’erba è un’arte, e seguirne i ritmi naturali, come le fasi lunari, può evitare la proliferazione di erbe allergeniche. Ma se non si ha tempo o voglia di questo rapporto uomo-natura, esiste una soluzione: investire in un tosaerba a batteria automatico, silenzioso e adatto anche ai terreni più difficili, come il Gardena Sileno Life, che gestisce anche i cumuli delle talpe e pendenze fino al 35%.
Non serve pilotarlo da smartphone per respirare aria fresca e godersi il giardino. La primavera può scatenare gare… ma stavolta con un piccolo robot. Perché la comodità è un diritto, soprattutto a una certa età, senza dover chiamare nipoti o figli per tagliare l’erba. Basta premere un pulsante e la “capretta” inizierà a lavorare da sola. E per chi ha dubbi, ci sono tutorial online per ogni passaggio.














