
Trieste, l’intelligenza artificiale accende il futuro della protezione solare

Nell’estate dei record climatici e dei mari sempre più fragili, una buona notizia arriva dal cuore scientifico del Friuli Venezia Giulia. Non si tratta di un nuovo trend da spiaggia, ma di una rivoluzione silenziosa nata in laboratorio, che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui ci proteggiamo dal sole.
È a Trieste, all’ICTP (International Centre for Theoretical Physics), che sta prendendo forma un progetto destinato a fare scuola: CUSHOP, un’iniziativa ambiziosa che punta a creare filtri solari ecologici e ultra-performanti, progettati dall’intelligenza artificiale.
Mentre milioni di persone si affidano ancora alle classiche creme ricche di ingredienti sintetici, nel laboratorio guidato da Ali Hassanali, fisico computazionale di origine tanzaniana, si lavora a una formula diversa: sfruttare la potenza dei supercomputer per generare molecole intelligenti, capaci di assorbire i raggi ultravioletti senza danneggiare gli ecosistemi marini.
Dalla luce alla molecola: come nasce un filtro solare guidato dall’IA
Con un finanziamento di 150 mila euro ricevuto dall’European Research Council, Hassanali e il suo gruppo stanno sviluppando una nuova generazione di protezioni solari basate su molecole organiche. Ma non si tratta di una semplice evoluzione dei prodotti esistenti. Qui l’idea è più radicale: creare filtri “pensati” e ottimizzati dall’intelligenza artificiale generativa, e poi testati in laboratorio per verificarne stabilità, efficacia e sostenibilità.
L’approccio parte dalla modellazione atomistica: simulazioni avanzate che studiano come la luce interagisce con strutture molecolari complesse. Non è un caso che proprio Hassanali, con un dottorato in biofisica conseguito negli Stati Uniti e anni di esperienza nell’ambito della chimica teorica, sia il pioniere di questa frontiera.
Un team multidisciplinare per una sfida globale
Il progetto CUSHOP si muove su un terreno di collaborazione solida: al fianco dell’ICTP ci sono l’Area Science Park, con il team di data engineering guidato da Alberto Cazzaniga, e il Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Trieste, dove la professoressa Silvia Marchesan si occuperà della sintesi delle molecole progettate digitalmente.
C’è anche una partnership con un’azienda del settore cosmetico, interessata a trasformare i risultati del progetto in una linea di prodotti a basso impatto ambientale. L’idea è chiara: portare sul mercato una protezione solare sicura per l’uomo e innocua per il mare, mantenendo alte performance contro UVA e UVB.
Il finanziamento europeo permetterà non solo di assumere nuovi ricercatori post-doc, ma anche di potenziare l’infrastruttura computazionale del centro triestino, punto di riferimento internazionale


